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LUGANOAttivisti di Greenpeace manifestano all'esterno della filiale UBS in piazza Riforma

24.04.24 - 17:20
«Non si assumono le responsabilità in materia di protezione del clima». La manifestazione nel giorno in cui UBS ha tenuto la sua Assemblea.
Greepeace
Fonte Greepeace
Attivisti di Greenpeace manifestano all'esterno della filiale UBS in piazza Riforma
«Non si assumono le responsabilità in materia di protezione del clima». La manifestazione nel giorno in cui UBS ha tenuto la sua Assemblea.

LUGANO - Attivisti di Greepeace Ticino manifestano all'esterno della filiale Ubs in piazza Riforma a Lugano. «Non si assumono le loro responsabilità in materia di protezione del clima», dicono i 5 attivisti scesi in piazza che hanno esposto degli striscioni per evidenziare il coinvolgimento del colosso bancario con aziende che svolgerebbero attività nocive per il clima, la biodiversità e i diritti umani.

Uno degli striscioni mostrava una foto del cantiere dell'East African Crude Oil Pipeline (EACOP), un progetto «devastante guidato dalla compagnia petrolifera TotalEnergies in cui UBS investe ingenti somme per i suoi investitori», scrive in un comunicato Greenpeace Tcino. 

Oltre agli striscioni esposti all'esterno, gli attivisti sono entrati nella filiale per consegnare una lettera in cui si chiede alla banca di impegnarsi concretamente per proteggere le basi naturali della vita. Azioni simili si sono svolte oggi in altre 6 città svizzere, mentre UBS ha tenuto la sua Assemblea generale annuale questa mattina a Basilea.  

Greepeace sottolinea inoltre come, ad esempio, il reparto “Asset Management” di UBS abbia approvato la strategia climatica di TotalEnergies, nonostante sia totalmente in contrasto con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. «Permette di portare avanti più di trenta progetti ad altissime emissioni, come l'East African Crude Oil Pipeline (EACOP). Si tratta di estrarre oltre 10 milioni di tonnellate di petrolio all'anno, principalmente da pozzi situati in un parco nazionale in Uganda. Il petrolio sarà poi trasportato per 1.400 km in un oleodotto riscaldato. La costruzione dell'oleodotto rappresenta una minaccia esistenziale per numerosi ecosistemi, fiumi e laghi e mette a rischio il sostentamento di decine di migliaia di persone«, spiegano i manifestanti. 

Gli attivisti ritengono che UBS debba assumersi le proprie responsabilità ambientali per le emissioni da cui trae profitto. «Purtroppo, la banca ha obiettivi climatici concreti solo per alcuni settori di attività, ignorando l'impatto devastante sul clima e sulla biodiversità di attività come l'allevamento, la produzione di automobili e di alluminio. In totale, solo il 20% degli attivi gestiti da UBS è soggetto ad un obiettivo climatico per il 2030», dicono.

«UBS possiede migliaia di azioni di società le cui attività sono dannose per il clima, il che significa migliaia di diritti di voto con le quali può esercitare la sua influenza nelle loro assemblee generali», spiega Abraham Dalì, membro del gruppo regionale di Greenpeace Ticino. «Il colosso bancario deve contribuire a garantire che l'economia si sviluppi entro i limiti del pianeta. Deve impegnarsi a raggiungere obiettivi concreti di riduzione delle emissioni in tutti i settori in cui è coinvolto. Inoltre la banca deve impegnarsi in modo coerente con le aziende in cui investe per proteggere le basi naturali della vita».

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