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SVIZZERAPreminenza CCL su salari minimi, critiche da sinistra e cantoni

03.05.24 - 11:15
Travail.Suisse: «Se le norme professionali dovessero prevalere sulla legge e sulla volontà popolare, si creerebbe un pericoloso precedente»
Archivio Ti Press
Fonte ats
Preminenza CCL su salari minimi, critiche da sinistra e cantoni
Travail.Suisse: «Se le norme professionali dovessero prevalere sulla legge e sulla volontà popolare, si creerebbe un pericoloso precedente»

BERNA - La sinistra e i cantoni si oppongono al fatto che i contratti collettivi di lavoro (CCL) prevalgano sulle disposizioni cantonali in materia di salari minimi. La proposta in tal senso del Parlamento ha ricevuto un'accoglienza molto contrastata in consultazione.

Il dibattito scaturisce da una mozione del "senatore" Erich Ettlin (Centro/OW), che nel 2022 aveva chiesto che i CCL dichiarati vincolanti dal Consiglio federale prevalgano sul diritto cantonale. Ciò dovrebbe valere anche nel caso in cui i salari minimi previsti dai CCL siano inferiori a quelli cantonali.

Ettlin puntava il dito contro il salario minimo entrato in vigore nel 2017 a Neuchâtel e quello di Ginevra nel 2020, da lui accusati di minare il partenariato sociale. Pur opponendosi alla proposta per motivi giuridici, il Consiglio federale ha dovuto porla in consultazione, fino al 1 maggio.

«Attacco a democrazia a federalismo» - PS, Verdi e sindacati usano mezzi termini: il progetto rappresenta «un attacco alla democrazia diretta e al federalismo». Anche i Cantoni si oppongono, considerandola una violazione inaccettabile delle loro competenze.

Quelli che finora hanno introdotto un salario minimo sono Ginevra, Neuchâtel, Giura, Basilea Città e Ticino. Progetti in questo senso sono in corso anche in diversi altri cantoni. Nei comuni di Zurigo e Winterthur (ZH) i cittadini hanno votato a favore del salario minimo lo scorso anno, ma non è ancora entrato in vigore.

Se la legge sarà attuata secondo la volontà del Consiglio nazionale e degli Stati, i sindacati lanceranno un referendum, ha indicato il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS), Pierre-Yves Maillard, in un'intervista pubblicata ieri dal Journal du Jura e dal Bieler Tagblatt.

«I Cantoni sono contrari a questa manovra. Anche molti Comuni lo sono. Non dobbiamo dimenticare che, grazie all'introduzione dei salari minimi, meno soldi vengono versati all'assistenza sociale», ha spiegato il consigliere agli Stati (PS/VD).

Per l'USS, le soglie salariali cantonali sono fissate in modo da garantire il livello minimo di sussistenza. Con la revisione proposta si scenderebbe al di sotto di questo limite esistenziale e ci sarebbero più «lavoratori poveri», secondo l'USS.

Travail.Suisse ritiene che se le norme professionali dovessero prevalere sulla legge e sulla volontà popolare, si creerebbe un «pericoloso precedente». L'organizzazione ricorda che i salari minimi garantiti dalla legge sono innanzitutto una garanzia nei settori in cui non esiste un CCL.

Il PS ritiene che il Consiglio federale avrebbe dovuto archiviare la mozione, che è in contrasto con il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione federale.

La Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali dell'economia scrive dal canto suo che dare la precedenza ai CCL equivarrebbe a calpestare la volontà popolare. Il Canton Berna sottolinea che il progetto di legge lede le prerogative cantonali.

«Standard uniformi» - L'Unione svizzera degli imprenditori respinge l'idea che il progetto possa essere incostituzionale. «I partner sociali conoscono la loro professione e sono nella posizione migliore per preparare soluzioni equilibrate nell'ambito di un pacchetto complessivo», ha dichiarato a Keystone-ATS.

Da parte sua, il PLR ritiene fondamentale che i CCL si applichino sia ai lavoratori che ai datori di lavoro e che non vengano vanificati da normative regionali. Per il partito, l'obiettivo è creare «standard uniformi».

L'UDC sostiene la sostanza della mozione Ettlin, pur riconoscendo che essa è in conflitto con le competenze cantonali. L'Alleanza del Centro non ha partecipato alla consultazione, ma i suoi rappresentanti hanno appoggiato a larga maggioranza la mozione durante i dibattiti parlamentari.

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