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#NOISIAMOILFUTUROREEDuce: la startup che produce ripari fonici a base di canne, argilla e legno

03.05.24 - 11:00
© REEDuce - noise protection technologies
Un render mostra come appariranno i ripari fonici di REEDuce una volta installati.
Un render mostra come appariranno i ripari fonici di REEDuce una volta installati.
REEDuce: la startup che produce ripari fonici a base di canne, argilla e legno
Ripari fonici di canne e legno invece di chilometri di pareti grige nella natura: la start-up austriaca REEDuce si impegna per ridurre il rumore stradale in modo ecologico.

Autor: Oliver Janko

In breve

    • Una start-up austriaca costruisce ripari fonici a base di canne e legno.
    • I ripari fonici sono sviluppati principalmente per l’utilizzo lungo autostrade e aeroporti per proteggere la popolazione locale dal rumore eccessivo.
    • L’ingresso sul mercato di REEDuce è previsto per quest’anno.

Chi viaggia per il Paese in auto o in treno non può evitare di incontrarli: i ripari fonici fiancheggiano un po’ ovunque autostrade e binari. A livello visivo non offrono proprio nulla: i classici ripari fonici sono grigi, segnati dal vento e dalle intemperie ed estremamente funzionali ma tutt’altro che sostenibili dal punto di vista dell’integrazione nel paesaggio. Ben più problematici dei difetti estetici sono tuttavia i problemi strutturali causati dal desiderio di quiete di chi vive lungo strade fortemente trafficate. I classici ripari fonici sono costruiti con cemento, metallo e legno (ma anche quest’ultimo deve essere trattato con sostanze chimiche) e progettati per durare solo alcuni anni. Per l’ambiente, e di conseguenza anche per il clima, sono tutt’altro che sostenibili.


Ripari fonici con materiali naturali

La pensa allo stesso modo anche l‘austriaca Birgit van Duyvenbode che in risposta ha fondato la sua start-up REEDuce. L’impresa costruisce ripari fonici a base di canne che per quanto riguarda la durevolezza e la riduzione del rumore competono tranquillamente con i ripari fonici tradizionali ma si basano su materiali ecologici. Saranno utilizzati soprattutto lungo autostrade e aeroporti per proteggere la popolazione locale dal rumore eccessivo. «Il rumore è un problema ambientale molto grave e circa il 30 per cento della popolazione ne è interessato. Ne soffrono soprattutto le persone che vivono in prossimità di strade, binari e aeroporti», spiega van Duyenbode a 20 minuti. «Vogliamo proteggere la popolazione grazie a ripari fonici che siano sì sostenibili ma che presentino anche un alternativa valida a livello finanziario.»


Ripari fonici come hotel per insetti

Ma non finisce qui: grazie all’utilizzo di materiali naturali (canne, legno, argilla) anche la natura apprezzerà i nuovi ripari fonici. Ciò significa che gli insetti nidificano volentieri in queste strutture, spiega van Duyvenbode. Parola d’ordine: hotel per insetti. È importante promuovere la biodiversità. Le canne provengono dal lago di Neusiedl: «è il secondo canneto più grande d‘Europa», racconta van Duyvenbode, «ma le canne sono un problema per l’ambiente sotto numerosi punti di vista.» La pianta «cresce molto velocemente ed è invasiva». Dopo il raccolto tende inoltre a seccare: è il terreno perfetto per avviare incendi ed è uno spazio vitale morto per la maggior parte degli animali.


Tale padre, tale figlia

È un sistema davvero molto ben concepito. Da dove viene l’idea? Il padre di Birgit van Duyvenbode era proprietario di una segheria e alcuni decenni fa ha partecipato a un progetto di ricerca dell’Unione europea. Proprio da lì è nata anche l’idea di ripari fonici «green» che però quasi sedici anni fa era ancora troppo all’avanguardia rispetto ai tempi. Anni dopo è entrata in gioco van Duyvenbode. «Nel 2020 ho appreso per caso del progetto di allora e ho potuto verificare che secondo le misurazioni questa tecnologia era più performante rispetto ai ripari fonici in cemento sia nell’ambito della riduzione del rumore che per quanto riguarda la longevità.» I timori sollevati durante il progetto del 2008, ossia che i ripari fonici sostenibili non avrebbero retto il passo con il cemento nel quadro della longevità, si sono rivelati completamente infondati.


Ingresso sul mercato previsto per il 2024

Un motivo più che sufficiente per spingere la fondatrice a riprendere il progetto: «mi sono quindi interessata per la prima volta ai ripari fonici e ho notato che ogni anno ne vengono costruiti moltissimi, lungo le strade, i binari, gli aeroporti e vicino alle industrie e ai supermercati. Tutti sono dannosi per il clima e diventano rifiuti speciali. Per convinzioni personali sulla protezione climatica e la tecnologia e per la necessità di veder realizzato questo progetto, ho deciso di riportarlo in vita.»

L’investimento è stato ripagato: numerose collaborazioni sono in atto anche se l’attuazione effettiva richiederà ancora un po’ di pazienza. Van Duyvenbode: «fino alla fine del 2023 abbiamo effettuato le necessarie misurazioni richieste dalle normative per i nostri ripari fonici e ottenuto l’autorizzazione alla vendita per le strade.» La fase di test è ormai completata. E ora? «L’ingresso sul mercato per i ripari fonici standard di REEDuce è previsto per il 2024 proprio come l’attuazione del prossimo progetto. Vogliamo studiare ulteriori campi di impiego e ottimizzare ulteriormente la tecnologia», spiega van Duyvenbode.

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